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È uscito il quinto numero di Officina Primo Maggio.

Potete ordinare la vostra copia cartacea della rivista (12 euro) e sostenere il progetto:

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Il disegno è di Pat Carra, pubblicato su Erbacce

Ricordiamo che tutti i numeri di OPM sono disponibili nelle principali librerie online.

Numero 5 – sommario


Prima la pandemia, poi la guerra. Capire dove siamo e dove stiamo andando è sempre più difficile. Per farlo è più utile che mai continuare a riflettere sulle trasformazioni e i conflitti del lavoro e del contesto sociale. Esordiamo con Super-ricchi e super-poteri, per fare i conti con il deficit di democrazia del capitalismo attraverso la lente d’ingrandimento degli Stati Uniti, terreno d’elezione della feroce lotta di classe che ha portato alla supremazia dilagante dell’“un per cento” super-ricco.

Altro fattore decisivo della competizione sociale è il controllo capitalistico delle tecnologie di punta, sebbene di recente tale controllo sia apparso assai precario. Ne parliamo nell’Intervista sulla “crisi dei semiconduttori (chips)” della rivista tedesca Wildcat a un professionista del settore, e nell’analisi panoramica La catena di fornitura del chip e le nuove politiche europee.

Tre casi veneti. Il no alla quarta linea dell’inceneritore di Padova riporta l’esperienza della lotta per tutelare la salute collettiva dalla gestione privatizzata dei rifiuti e dell’energia elettrica. L’Intervista a Gianni Boetto ricostruisce l’itinerario biografico di un militante che parte dal Sessantotto ed arriva a oggi, sempre focalizzando l’attenzione sul conflitto del lavoro. E dell’esito di una vertenza del lavoro molto mediatizzata ed esemplare – su cui OPM era già intervenuta – raccontano anche Grafica Veneta: Adl-Cobas esclusa dall’accordo, attraverso le parole di un testimone attivo; e l’istantanea di Il lavoro s-perduto tra Santa Maria di Sala e Trebaseleghe, ritratto sociale e umano di un lembo della terra veneta. Dietro le quinte del lavoro autonomo nell’audiovisivoaccende i riflettori sul tema della rappresentanza nel settore professionale dell’audiovisivo in Lombardia.

La condizione femminile ha una centralità indiscutibile, ma al contempo è terreno di un continua ridefinizione, ora soprattutto a causa di successivi stati di emergenza sociale. Su questo si concentra Riflessioni sul lavoro femminile a due anni dall’inizio della pandemia, in una rassegna di interventi che vede nella sovraesposizione e nella precarietà lavorativa femminile il fil rouge comune di successive emergenze, prima quella sanitaria, ora quella bellica. Del resto il quadro delineato da Il lavoro domestico retribuito nel welfare italiano “fai-da-te” conferma che, a dieci anni dalla ratifica della Convenzione Oil sul lavoro domestico, le norme che equiparano le mansioni lavorative svolte nell’ambito famigliare a quelle degli altri lavoratori sono applicate poco o in modo scorretto.

La ricognizione sulla questione della casa prosegue con due casi a loro modo paradigmatici: l’esperienza del Laboratorio Ocio di Venezia (Rimettere la casa al centro. Il caso di Venezia) e quella del Gruppo di lavoro per le periferie di Milano (Intervenire nei quartieri milanesi).

In conclusione, Civitavecchia: un risultato straordinario per andare oltre è il resoconto di Mario Agostinelli sulla vicenda della centrale elettrica a carbone di Civitavecchia, il cui esito positivo potrebbe aprire la via ad altre “riconversioni” che escano dal fossile. Quando il sindacato era attento all’autonomia del sociale continua il lavoro di “storia militante” con una figura di sindacalista e antimilitarista formatosi nelle fabbriche della Val Polcevera per raggiungere posizioni di livello nazionale e internazionale. In ricordo di Piergiorgio Bellocchio, scomparso nell’aprile 2022,  è il breve ritratto che Sergio Fontegher Bologna ci consegna del fondatore – con Grazia Cherchi – dei Quaderni piacentini. Altro ricordo Per gli 80 anni di Karl Heinz Roth, militante e studioso, leader del Sessantotto amburghese e instancabile animatore della Fondazione per la storia sociale del XX e XXI secolo: il suo ultimo libro è dedicato a una rassegna storico-medica delle pandemie, fino a quella da Covid-19 (recensito in L’occhio della scienza e l’arma della critica).